Le scritte murali con motti, spesso attribuiti a Benito
Mussolini o da lui coniati, furono uno dei principali strumenti di
propaganda durante il regime fascista.
Si trattava di scritte con una base d’intonaco, su cui
venivano verniciati i caratteri con esecuzione manuale a pennello. Caratteri
che rispondevano a una tipologia grafica sostanzialmente unica, rappresentata
dal carattere tipografico bastone,
privo di ornamenti, semplice e squadrato
La scelta dei detti fascisti spettava al podestà, previo
accordo con il segretario politico. Il tecnico del Comune, dopo aver richiesto
i preventivi, sottoponeva ad entrambi una relazione per la decisione finale. Nel
dopoguerra per molti c’è stata la necessità di cancellare
presto il più recente passato portando alla sistematica distruzione di molti simboli del
vecchio regime oggi ritenuti in modo non sempre univoco come semplici frammenti
della storia italiana, ormai decontestualizzati da ogni aurea politica e in
quanto tali, da restaurare o almeno tutelare. In effetti, nel dopoguerra sono
stati distrutti o ricoperti molti simboli e scritte del ventennio a portata di
mano (o di scala); tranne ovviamente quelli posti su tombini, lampioni e altre
strutture o impianti pubblici, necessari alla vita di ogni giorno, la cui
rimozione avrebbe comportato enormi disagi e un notevole dispendio di denaro
pubblico e la ricostruzione in vasta scala su tutto il territorio nazionale.
Nel caso degli slogan e delle scritte murali, si è invece proceduto in molti
casi all’obliterazione con una semplice ed economica imbiancatura. In altre
situazioni, molte scritte furono lasciate a vista, semplicemente, abbandonate
all’inesorabile trascorrere del tempo e al lento dilavamento degli agenti
atmosferici. Da alcuni decenni molte di queste scritte sono riapparse sotto le
velature dell’intonaco specie, in occasione di restauri, ponendo il dilemma
sull’utilità o meno di un loro ripristino o della loro eventuale conservazione.
È doveroso il dover riscontrare ancora oggi che, proprio dove la guerra assunse
i connotati più crudi di vera guerra civile, siano più vive e contrastanti le
posizioni e le polemiche nel caso di recuperi conservativi o di restauri di
scritte a carattere propagandistico di chiara matrice fascista, è difficile decidere
quali scritte rinfrescare e quali nuove dipingere.
Queste di seguito raffigurate sono quelle presenti in alcuni
paesi della bassa vercellese, tra cui Asigliano, Orfengo, Lignana e Cascine
Stra.
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